13 Gocce di Cera Rossa
Già pronto per una nuova indagine
Elena (architetto)
Scritto bene, avvincente, scorrevole, convincente! Un antiquario milanese indaga con acume, eleganza, precisione, organizzazione e con una cultura non banale che lascia trasparire il protagonista come alter ego dell’Autore. Una forma letteraria e un’onestà intellettuale che mi hanno ricordato - per certi passaggi mentali - da un lato le peripezie del Robert Langdon di Dan Brown, dall’altro la perspicacia e la classe dell’Hercule Poirot di Agatha Christie. Con le sue passioni e i suoi interessi Ludovico Boringhieri, alias Arnaldo Pavesi, restituisce alla nostra contemporaneità una figura professionale, quella dell’antiquario, con un ruolo centrale nella salvaguardia del bello della nostra arte, della nostra storia, delle nostre peculiarità. Gesti e pensieri largamente condivisibili rendono molto umano il personaggio, mettendone anche a nudo le vulnerabilità, coinvolgendoci nei suoi ragionamenti e nei suoi progressi investigativi come se fossimo al suo fianco. Una storia incalzante da leggere tutta d’un fiato ma anche da centellinare, per cogliere tutti i riferimenti culturali e per assaporare il gusto del bello e del bello scrivere. Intraprendenza, intuito, educazione e capacità trapelano tra le qualità dell’antiquario, che dopo i furti d’arte e i due omicidi veneziani, è già pronto per una nuova indagine.